Acqua meteorica.

Acqua meteorica

Con il termine precipitazioni, in meteorologia, si intendono tutti i fenomeni di trasferimento di acqua allo stato liquido o solido dall'atmosfera al suolo (pioggia, neve, grandine, rugiada, brina ecc.) rappresentando una fase dell'intero ciclo idrologico. Con il termine acque meteoriche di dilavamento si intende la parte delle acque di una precipitazione atmosferica che, non assorbita o evaporata, dilava le superfici scolanti; le acque di prima pioggia sono invece quelle che, cadendo durante la fase iniziale di un evento meteorico, si presentano spesso cariche di inquinanti di varia natura ed origine dilavati dalla superficie delle aree scoperte. La composizione di tali acque, le rende particolarmente pericolose per l’ambiente e impone quindi che ad esse siano riservate adeguati sistemi di trattamento. Sono prese in considerazione spesso anche le acque di seconda pioggia. Con tale termine, solitamente la disciplina regionale intende tecnicamente l’acqua meteorica di dilavamento derivante dalla superficie scolante, servita dal sistema di drenaggio e avviata allo scarico nel corpo, recettore in tempi successivi a quelli definiti per il calcolo delle acque di prima pioggia e in pratica in molti casi queste acque vengono scaricate senza alcun trattamento, ritenendole non più contaminate.

Pioggie abbondanti e fognature bianche inesistenti.tI cambiamenti climatici causano precipitazioni sempre più intense, aumentando i rischi di inondazione dei centri urbani. La raccolta delle acque meteoriche da tetti e superfici stradali contribuisce a minimizzare il rischio di inondazioni, limitando i danni causati dall’acqua stessa. Il controllo delle acque meteoriche non dovrebbe limitarsi a essere svolto in maniera passiva: l’efficace gestione delle acque meteoriche favorisce l’incremento della sostenibilità, riducendo i danni ad edifici e infrastrutture, dovute alle infiltrazioni, e le minacce per la salute pubblica. Gestire nella maniera corretta i picchi delle precipitazioni consente di minimizzare il rischio di danni causati dalle inondazioni. La normativa che prevede l’eliminazione degli agenti inquinanti successivamente alla fase di recupero dell’acqua piovana, prima di procedere con lo scarico nei terreni circostanti, è sempre più restrittiva.  Le acque di prima pioggia o di dilavamento possono essere oggetto di autorizzazione allo scarico, sulla base di quanto definito dalla disciplina regionale di competenza, in attuazione dell’art. 113 del D. Lgs. n. 152/2006. La norma nazionale prevede, infatti, che le Regioni, ai fini della prevenzione di rischi ambientali e idraulici, stabiliscano forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate (cioè adibite a raccogliere esclusivamente acque meteoriche), nonché i casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate (diverse dalle reti fognarie separate), siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione.